2. La scuola è una comunità di dialogo, di ricerca, di esperienza sociale, informata ai
valori democratici e volta alla crescita della persona in tutte le sue dimensioni. In essa
ognuno, con pari dignità e nella diversità dei ruoli, opera per garantire la formazione alla
cittadinanza, la realizzazione del diritto allo studio, lo sviluppo delle potenzialità di
ciascuno e il recupero delle situazioni di svantaggio, in armonia con i principi sanciti dalla
Costituzione e dalla Convenzione internazionale sui diritti dell'infanzia fatta a New York il
20 novembre 1989 e con i principi generali dell'ordinamento italiano.
Su questo già porrei l'accento sul significato di "comunità",
espresso in un meraviglioso testo "Communitas. Origine e destino della comunità" di Roberto Esposito
Lo stimolante testo di Esposito presenta un''attenta analisi del concetto di comunità da un punto di vista laterale rispetto al linguaggio convenzionale della filosofia politica moderna. L’autore inizia dall''etimologia del termine latino, communitas, cum-munus: il munus che può avere un triplice significato e che rimanda a un dovere, un debito, un dono-da-dare. I soggetti della comunità sono dunque uniti da un obbligo che li rende non completamente padroni di se stessi. La questione della comunità confina con quella della morte: infatti, come ci viene ricordato da Esposito quando accenna all''indagine teologica sul termine koinonia, l''uomo riceve il dono (il munus) del sacrificio di Cristo. E'' soltanto con la sofferenza e la morte sulla Croce che si costituisce quella particolare comunità che è formata dai cristiani. A questo punto occorre sottolineare che "sacrificio" è una delle due parole che più ricorrono in questo testo e che unisce i pensatori analizzati: Hobbes, Rousseau, Kant, Heidegger e Bataille. In particolare Hobbes, con cui inizia il viaggio di Esposito alla scoperta della communitas, sottolinea che, se la relazione tra gli uomini è distruttiva, l''unica via di uscita è la distruzione della relazione stessa, compreso il delitto della comunità: in questo, per la prima volta, si delinea "quella piramide del sacrificio" che costituisce il tratto dominante della storia moderna. Ciò che viene sacrificato è il cum, la relazione tra gli uomini, e perciò, in qualche modo, gli uomini stessi che vivono nella e della rinuncia a convivere. L''impossibilità della comunità è determinata dalla finitezza degli esseri umani: ma contemporaneamente l’essere impossibile della comunità significa che quell''impossibile è proprio la comunità, l''unica che gli uomini possono sperimentare, se accettano la sua legge: quella della loro finitezza e della sua impossibilità. Questo "impossibile" è il loro munus comune. Gli esseri umani sono quindi accomunati non da un pieno ma, come si legge in Heidegger, da un vuoto, da una cadu...
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