ScolasticaMente

  1. Discussione con i parlamentari del M5S riguardo le problematiche della scuola
    Vi allego il discorso che ho fatto all'incontro del 10/01/14

    AvatarBy Robycap13 il 17 Feb. 2014
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    “In questi anni costruirai il tuo futuro, studia e realizzerai i tuoi sogni” Da quando mio padre mi disse questa frase, è passato molto tempo. Per anni ho vissuto con l’ansia d’interrogazioni, debiti, pagelle; ho speso il mio tempo sui libri, ho sopportato professori che con me avevano in comune solo la voglia che quell’ora finisse il prima possibile; ho fatto i miei sacrifici, ho messo da parte passioni, relazioni e emozioni, per pensare al mio domani, con la voglia di non deludere i miei genitori e di costruirmi un futuro. E ora?... Ora ho paura… paura di non passare i test di ammissione all’università, paura di laurearmi e scoprire che è stato tutto inutile…ho paura di non poter realizzare i miei sogni… Viviamo in una società che ha reso la scuola una fabbrica di disoccupati con laurea, in usa società che ci insegna la storia della repubblica romana, ma non la costituzione italiana…Guardo intorno a me e vedo tanti talenti senza carriera e tante carriere senza talenti, vedo una società senza meritocrazia, che continua a dire che noi giovani siamo il futuro, ma ci pugnala alle spalle tagliando i fondi alle scuole pubbliche, e che in sostanza in noi giovani non crede piu’. La soluzione? I più abbassano la testa, rassegnati ad un destino comune, rassegnati ad essere gli spettatori impassibili dello spettacolo della nave che si scontra contro lo scoglio e affonda; altri scappano, si gettano in mare, senza una meta precisa, in balia delle onde del vasto oceano, nella speranza di salvarsi…. e infine ci sono quelli che rimangono sulla nave a lottare contro la tempesta, pur vedendo i loro sogni diventare utopie. E allora io vi chiedo di credere in noi, in noi che restiamo a combattere, vi chiedo di darci modo di dar gambe alle nostre utopie e queste diventeranno l’esercito dei nostri giorni, di dar braccia alle nostre utopie e diventeranno la forza che non pensavamo di avere, di dare un pizzico di ragione in piu alle nostre utopie e queste diventeranno le nostre azioni piu formidabili.
    Last Post by Robycap13 il 17 Feb. 2014
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  2. Cos'è per voi la scuola?

    AvatarBy AriannaOliviero il 24 Dec. 2013
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    Solo ora mi sento in grado di giudicare e di esprimere cosa è per me la scuola.
    Solo ora, dopo aver raggiunto il traguardo "maturità".
    Solo ora, mi sono resa conto, che avrei potuto fare tanto e dico tanto in più. Avrei potuto imparare e conoscere tantissime altre cose. Perché non l'ho fatto?
    Pigrizia? Ignoranza? Menefreghismo?
    Non mi voglio giustificare, ma credo che la "colpa" sia stata maggiormente degli insegnati che ho avuto.
    Solo pochi mi hanno motivata, incuriosita ed incoraggiata. Solo pochi hanno creduto in me e non nel "mio nome".
    Quante ingiustizie, quante mancate spiegazioni e di conseguenza, quanti "ma chi me lo fa fare". E nasce tutto da questo "chi me lo fa fare!?". Perché dovrei studiare tanto, rompermi l'anima per poi subire un'ingiustizia? Certo, bisogna studiare per se stessi, per formarsi, per avere un'ampia cultura.
    Questo lo so io, perché l'ho capito da sola, crescendo, ma l'ho capito troppo tardi.
    Ed è da qui che credo che l'insegnante debba partire.
    PERCHé SI STUDIA? PER CHI SI STUDIA?
    E forse ponendosi questa domanda i ragazzi potrebbero inziare a capire, potrebbero inziare a motivare le ore passate sui libri, le cento pagine da studiare.
    Ho avuto insegnanti di vario genere. Una in particolare, la reputo un'insegnante con la I maiuscola.
    Quante lezioni passate ad ascoltare stesi sui banchi, con gli occhi chiusi, seduti a terra, all'aria aperta. Lezioni teoricamente pesanti, ma passate in modo leggero. Lezioni che ti restano, non scompaiono dopo il suono della campanella.
    Per non parlare delle interrogazioni! Conversazioni piacevoli, senza creare ansie, senza creare tensioni, fatte con naturalezza. Ed è questa naturalezza che molti professori non riescono a trasmettere. Lì, pronti a giudicare senza tener conto di troppe cose.
    La nostra colpa (e parlo di noi ragazzi) è che tutto questo ormai ci fa comodo. Ce ne stiamo lì, a lamentarci inutilmente e a piangerci addosso, senza ribellarci, senza esporre le nostre idee, senza chiedere un perché di tutto questo.
    Perché non abbiamo voglia di studiare, perché i professori non riescono ad insegnare come si dovrebbe, perché i presidi pensano solo a fare a gara di iscrizioni, perché gli alunni imbrattano le aule, perché si insultano i ragazzi con difficoltà, perché non si rispettano i docenti?
    Ormai si è creato questo circolo vizioso che sembra non aver né soluzioni né vie d'uscita.
    In questi casi non si può fare un solo "primo passo", ma deve essere il primo passo di tanti ragazzi, tanti docenti, tanti dirigenti che sono stufi di tutto ciò. E parlo soprattutto con voi ragazzi che frequentate ancora la scuola, che siete ancora dentro, che subite la scuola e non la VIVETE.
    Dovremmo essere affamati di cultura invece ci sentiamo già sazi, sazi di una nulli...

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    Last Post by DaveCSabbatino il 12 Feb. 2014
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  3. Statuto dello Studente - Art. 1 - Comma 3

    AvatarBy Bottiglieri il 12 Dec. 2013
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    3. La comunità scolastica, interagendo con la più ampia comunità civile e sociale di cui è
    parte, fonda il suo progetto e la sua azione educativa sulla qualità delle relazioni
    insegnante-studente, contribuisce allo sviluppo della personalità dei giovani, anche
    attraverso l'educazione alla consapevolezza e alla valorizzazione dell'identità di genere,
    del loro senso di responsabilità e della loro autonomia individuale e persegue il
    raggiungimento di obiettivi culturali e professionali adeguati all'evoluzione delle
    conoscenze e all'inserimento nella vita attiva.

    Ergo, se è fondamentale la qualità della relazione (aggiungerei sana) insegnante-studente, chi garantisce tale qualità ?
    Last Post by Bottiglieri il 12 Dec. 2013
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  4. Statuto dello Studente - Art. 1 - Comma 2

    AvatarBy Bottiglieri il 12 Dec. 2013
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    2. La scuola è una comunità di dialogo, di ricerca, di esperienza sociale, informata ai
    valori democratici e volta alla crescita della persona in tutte le sue dimensioni. In essa
    ognuno, con pari dignità e nella diversità dei ruoli, opera per garantire la formazione alla
    cittadinanza, la realizzazione del diritto allo studio, lo sviluppo delle potenzialità di
    ciascuno e il recupero delle situazioni di svantaggio, in armonia con i principi sanciti dalla
    Costituzione e dalla Convenzione internazionale sui diritti dell'infanzia fatta a New York il
    20 novembre 1989 e con i principi generali dell'ordinamento italiano.

    Su questo già porrei l'accento sul significato di "comunità",
    espresso in un meraviglioso testo "Communitas. Origine e destino della comunità" di Roberto Esposito
    Lo stimolante testo di Esposito presenta un''attenta analisi del concetto di comunità da un punto di vista laterale rispetto al linguaggio convenzionale della filosofia politica moderna. L’autore inizia dall''etimologia del termine latino, communitas, cum-munus: il munus che può avere un triplice significato e che rimanda a un dovere, un debito, un dono-da-dare. I soggetti della comunità sono dunque uniti da un obbligo che li rende non completamente padroni di se stessi. La questione della comunità confina con quella della morte: infatti, come ci viene ricordato da Esposito quando accenna all''indagine teologica sul termine koinonia, l''uomo riceve il dono (il munus) del sacrificio di Cristo. E'' soltanto con la sofferenza e la morte sulla Croce che si costituisce quella particolare comunità che è formata dai cristiani. A questo punto occorre sottolineare che "sacrificio" è una delle due parole che più ricorrono in questo testo e che unisce i pensatori analizzati: Hobbes, Rousseau, Kant, Heidegger e Bataille. In particolare Hobbes, con cui inizia il viaggio di Esposito alla scoperta della communitas, sottolinea che, se la relazione tra gli uomini è distruttiva, l''unica via di uscita è la distruzione della relazione stessa, compreso il delitto della comunità: in questo, per la prima volta, si delinea "quella piramide del sacrificio" che costituisce il tratto dominante della storia moderna. Ciò che viene sacrificato è il cum, la relazione tra gli uomini, e perciò, in qualche modo, gli uomini stessi che vivono nella e della rinuncia a convivere. L''impossibilità della comunità è determinata dalla finitezza degli esseri umani: ma contemporaneamente l’essere impossibile della comunità significa che quell''impossibile è proprio la comunità, l''unica che gli uomini possono sperimentare, se accettano la sua legge: quella della loro finitezza e della sua impossibilità. Questo "impossibile" è il loro munus comune. Gli esseri umani sono quindi accomunati non da un pieno ma, come si legge in Heidegger, da un vuoto, da una cadu...

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    Last Post by Bottiglieri il 12 Dec. 2013
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  5. Statuto degli studenti
    Art. 1 (Vita della comunità scolastica)

    AvatarBy Federica D'Antonio il 12 Dec. 2013
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    1. La scuola è luogo di formazione e di educazione mediante lo studio, l'acquisizione delle
    conoscenze e lo sviluppo della coscienza critica.
    Last Post by Federica D'Antonio il 12 Dec. 2013
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  6. Discutiamo di cosa discutere

    AvatarBy Eleonora Tosello il 12 Dec. 2013
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    Dobbiamo iniziare ad attivarci! Quindi con una prima discussione dobbiamo iniziare a capire come organizzare le nostre discussioni e bene di cosa discutere
    Last Post by Eleonora Tosello il 12 Dec. 2013
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